Preghiera

preghiera [provz. preguiera, dal lat. parl. *precaria(m), f. sost. di precarius. V. precario] s.f. 1 Manifestazione fondamentale della vita religiosa, consistente nel rivolgersi a Dio o al mondo divino, con la parola o con la mente per chiedere, ringraziare o glorificare [...] 2 Nella dottrina cattolica, atto intelligente e cosciente della vita umana con il quale l'uomo si eleva a Dio [...] 3 (est.) Domanda umile e pressante [...] 4 Cortese invito

Dopo gli attentati di Venerdì sera, mi sono chiesta perché il movimento di solidarietà per i morti di Parigi (di morti ce ne sono stati tanti in questa settimana, non solo a Parigi, non solo in Francia, non solo in Europa, ricordiamocelo, anche se l'opinione pubblica tende a sottolineare solo quello di Parigi, facendo passare in secondo piano gli studenti morti in Kenya ad Aprile, non parlando più delle bombe a Beirut, a Baghdad, senza parlare della situazione in Siria, avvolta da un generale buco nero inquietante ed angosciante) si sia sotteso sotto l'etichetta "prayforParis", oltre ai vari "JesuisParisienne", "thinkforParis" ed altri che non sto ad elencare, data la viralità di questi fenomeni che cambiano e si evolvono molto velocemente. Perché tirare in ballo ancora una volta la religione, quando la religione è una delle ragioni per le quali siamo arrivati a questo punto, questa è l'obiezione più comune e più reiterata in questi giorni nel dibattito pubblico. Premetto che provengo da un background prettamente laico, per quanto in qualche modo influenzato dal cattolicesimo delle generazioni precedenti a quella dei miei genitori, e che ho fatto la scelta di non credere, di dichiararmi atea e di comportarmi come tale (sempre che abbia senso etichettarsi come tale nei comportamenti di tutti i giorni). Credo fermamente che i comportamenti della società umana, i valori che ne stanno alla base, non derivino dalla legge divina, né siano tenuti insieme dagli scritti dei profeti o dall'attività di persone predestinate da un'entità supernaturale, ma bensì nascano e siano nutriti dalla cultura. Per quanto mi si possa criticare quest'impostazione prettamente illuminista, e sono la prima a sostenere che l'Illuminismo abbia anche portato a dei limiti nel sapere e nell'agire umano, sono di quest'opinione. Rispetto le persone credenti, e credo che ognuno non debba prevaricare le scelte dell'altro, non ponendosi in un atteggiamento giudicante e preconcetto.

Detto questo, perché a me non dà fastidio che l'opinione pubblica utilizzi la parola pregare in questi giorni molto bui? Non penso che quello che sta succedendo sia unicamente frutto della religione. Ci sono interessi politici, economici, molto più grandi di un Allah è grande urlato tra una raffica di kalashnikov e l'altra. Non voglio entrare nei dettagli, perché non sono una politologa e questo blog non ha come scopo quello di dare analisi geopolitiche su quello che succede nel mondo. Voglio semplicemente fare notare come la religione non è mai un costrutto isolato dalle società umane, è fortemente intrecciato all'organizzazione politica, alle strategie dei singoli gruppi, a dinamiche sia micro che macroscopiche. Quando si parla di religione, in realtà, si illumina una delle molteplici sfaccettature delle dinamiche umane, per cui riportare tutto al discorso religioso risulta, a mio avviso, un riduzionismo pericoloso. Pericoloso, perché alimenta poi una retorica sulla quale fanno leva i politici, più o meno piccoli o grandi pesci, per alimentare uno scontro tra civiltà, tanto più grave quanto perché, come in una spirale viziosa, plasma poi le convinzioni di coloro che decidono di giustificare il fine con i mezzi, di distruggere intere vite, nonché le loro, nel nome di un Occidente peccaminoso che bisogna debellare. Così come coloro i quali vedono nella popolazione islamica un parassita da sterminare, o un bastardo al quale dare nomi di titoli di giornali.
Utilizzare una parola religiosa, in fondo, almeno per la lettura che ne ho dato io, è un modo per purificare la visione della religione come un'arma di distruzione di massa, ma, semplicemente, vederla come una manifestazione umana, più o meno condivisibile, più o meno considerata veritiera ed utile, ridarle la dimensione funzionale che aveva prima: l'umile richiesta, l'ammissione della propria limitatezza in quanto esseri umani. Esattamente il contrario di quello che ha animato i terroristi che hanno mietuto le vittime di questi giorni. Un dare spazio alla complessità delle sfumature, dei grigi, delle contraddizioni, delle imperfezioni. Se ci si pensa, i movimenti religiosi nascono, inizialmente, prima di divenire canonici, e quindi strumenti politici in mano dei potenti, come fermenti rivoluzionari volti all'accoglienza delle frange più deboli della società, quando l'ideologia religiosa va nella direzione di un discorso utopico-pacifista. Dio stesso ci viene descritto, anzi, meglio, non ci viene descritto. È la potenza, in senso aristotelico, di tutto l'esistente, di tutto lo scibile. Mi si perdonerà se cito una canzone di Stromae, House'lleluja. Per quanto non si tratti di un 

trattato scientifico, o uno studio sinottico-comparativo delle religioni, contiene in sé 

qualcosa di estremamente vero e molto semplice: Dio è tutto e il contrario di tutto. È donna, 

gay, uomo, ateo, musulmano, cristiano, ebreo... Ed è molto lontano da un Dio onnipotente, 

irato, sterminatore. È, prima di tutto, un prodotto degli uomini per gli uomini.

J'ai prié dieu pendant des heures
On m'a dit qu'il était trop vieux pour tout nos pleures,
Qu'il est trop riche pour écouté nos pauvres cœrs, 
Qu'il est trop pris, qu'il est femme, qu'il est homme,
Qu'il est hétéro, qu'il est gay,
Qu'il est chanteur, qu'il est DJ,
Qu'il est mort e qu'il est laid,
Qu'il est même musulman ou juif,
Qu'il est bouddhiste et athé

La preghiera che viene invocata da Venerdì penso abbia più la natura della richiesta pressante o dell'invito. Una richiesta unanime per far cessare l'odio e la violenza. Per quanto ingenua o superficiale (sicuramente lo è, le reazioni di pancia sono ingenue, superficiali, ma fatte in buona fede, almeno in questo caso), questa richiesta è comunque qualcosa sulla quale cominciare a costruire una riflessione più ampia, più approfondita. Non paga gettare l'acqua sporca insieme al bambino. Saggezza popolare sbrigativa, ma in questo caso attualissima. 




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