Vuoto guscio o fragile, preziosa sostanza?

A volte, ascoltando certe conversazioni tra i miei simili (in questo caso dovrei parlare più di mie simili), mi viene spontaneo da chiedere quale sia, oggi, il confine tra la libertà e quello della coercizione sociale per quanto riguarda l'argomento sessualità. Un aspetto delicatissimo della nostra vita, che dovrebbe ricevere il dovuto rispetto, le dovute cautele, e che, invece, diventa una corsa a dimostrare la propria, presunta, "normalità", "funzionalità", "efficacia". Persone che, magari arrivate alle soglie della maturità che, o per scelta, o per le circostanze della vita, non hanno mai potuto o voluto sperimentare questo frangente del vivere una relazione con qualcuna/qualcuno, si trovano ad essere accusate di avere dei problemi, di avere una visione negativa del sesso (che si accompagna all'assioma categorico che quest'ultimo deve essere per forza bello ed imperdibile), di essere degli ascetici sotto mentite spoglie o, se non peggio, di stare tradendo la natura umana (per forza bisogna provare attrazione fisica, per forza la sessualità deve essere una cosa piacevole). Non prendo nemmeno in considerazione il discorso della sessualità senza un forte e robusto sostegno affettivo, perché lì si tratta, chiaramente, di un puro consumo di corpi, per cui questo mio discorso risulterebbe scontato o tacciato di essere bacchettone. Al contrario, voglio soffermarmi proprio su ciò che si reputa essere "una normale relazione amorosa".

E qui cadono i birilli inesorabilmente, tutti i possibili ed immaginabili castelli in aria. Persone che sciolgono legami con la giustificazione "che tanto non si è arrivati fin lì, quindi, evidentemente, non si trattava di una relazione importante" o che, al contrario, non li iniziano perché (classica formula stantia) o tutto o niente. Persone che spesso, in realtà, nascondono una profonda fragilità nella fiducia nei confronti dell'altro, per cui devono avere una sorta di "garanzia" per poter costruire qualcosa di non passeggero.

E la mia mente torna con il pensiero a mia nonna, che ancora, in quest'epoca di sesso occasionale, si scandalizza se le sue nipotine vanno a convivere con il proprio compagno senza essersi sposati. Non voglio arrivare ad estremi simili, sia chiaro, più volte si sarà capito da questo blog che non credo in una potenza superiore, in principi di "purezza", in concetti quali quelli di "peccato" o "virtù". Però, sforzandosi un po', non fermandosi alla superficie (innocua e dolce vecchietta cresciuta in un ambiente fortemente cattolico in un'Italia rovesciata dalla guerra e dalla dittatura), si può scorgere altro. L'importanza che un tempo il pudore e la fantomatica verginità ricoprivano nel viaggio esistenziale femminile. Forse sarò un'idealista/romanticona e chi più ne ha e ne metta, ma, a meno che la verginità e il pudore non venissero vissuti come una costrizione, questo valore che si dava alla sessualità all'interno di un rapporto affettivo, la delicatezza e la discrezione con la quale si permetteva ad una coppia di sperimentarsi, di rispettarsi, di conoscersi a fondo, di costruire insieme un'intimità spirituale, prima ancora che fisica, mi sembra qualcosa di preziosissimo, che dovrebbe essere preso con maggiore serietà. Perché, alla fine, quello che fa la differenza non è il corpo con il quale si sta scambiando piacere, ma la persona che è dentro a quel corpo. 

L'espressione forse, a quanto pare, un po' datata del 'fare all'amore' dovrebbe esattamente essere il culmine di un qualcosa che è già avvenuto, nei gesti quotidiani, nell'ascolto, nella protezione, nel ruolo assolutamente unico e speciale ricoperto dall'amante. Si concretizza un qualcosa che c'è già. Ecco, si sarà anche liberata la mente dall'indottrinamento religioso, si saranno raggiunte condizioni di estrema libertà su come e con chi esprimere la sessualità, traguardi importantissimi, non sussiste alcun dubbio... Però si è perso quell'aspetto di tenerezza, di continua scoperta e sacralità dell'altro, tale per cui bisogna misurare la propria qualità di persona dall'avere o meno una vita sessuale a partire da una certa età standardizzata.

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