Gli anni dello Sputnik

Lo stile fumettistico francese o 'linea chiara' (per intenderci quella di Hergé, padre di Tintin) è inconfondibile, facendo di Baru (Hervé Barulea) un marchio dop. Ma c'è molto di più di un discorso di mero stile rappresentativo. In Gli anni dello Sputnik è probabilmente condensata la memoria infantile di Baru, figlio di operai, un immigrato italiano ed una bretone, un po' come il protagonista della trama, Igor, soprannominato dalla sua combriccola di compagni di giochi 'goretto' (in francese goret, di qui il gioco di parole con 'maialino'). L'intera storia è vista con i suoi occhi e con quelli dei suoi compari di scazzottate e di calcio: la lotta intestina tra 'quelli di sopra' e 'quelli di sotto', così come tra i bambini del paese e i 'confinanti', tra i 'capi dei grandi' e quelli dei 'piccoli' riflette uno scontro più ampio, che viene registrato nei tinelli di casa, a scuola e poi deformato dalla fantasia cavalcante infantile, ovvero lo scontro tra la Chiesa ed il Partito Comunista Francese, la Guerra Fredda e quella d'Algeria. La chiave per far combaciare macro e micro-storia sta nel leggere gli spostamenti e le allusioni simboliche, che in alcuni passi sono più esplicite (come ad esempio l'alterco con il parroco di paese e quello alla sezione distaccata del partito), in altri meno (come nel caso della piccola Leila, allegoria di un'Algeria femminile, e quindi potenziale 'preda' maschile/francese, ma che non si lascia sopraffare, ma anzi cerca di imporre la propria, interstiziale, visione del mondo. 

Lo scenario di sottofondo è sempre e comunque tinteggiato da violenza, la quale però conosce al suo interno un'evoluzione narrativa della quale si fa portavoce Leila. E' grazie a lei che i problemi, che potrebbero tracimare ed esplodere da un momento all'altro, trovano una felice risoluzione, grazie alla quale la violenza non diventa che una scaramuccia infantile e, in quanto tale, superabile. La totale congruenza tra infantile ed adulto la si avrà poi a conclusione del fumetto, dove le parti genitori e figli vengono per un momento, cruciale, dimenticate, mescolate, probabilmente per lasciare adito ad una morale, anch'essa implicita. Rimpicciolire la conflittualità, pensare ai problemi del mondo con la mente di Igor e degli altri, tra i quali ci si picchia, ma poi le differenze di provenienza culturale si stemperano in una risata, in una scorpacciata di polenta.














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