Stromae

Chiamarsi maestro in verlan, il gergo che, inizialmente usato negli anni Settanta come codice segreto e caratterizzato dall'inversione sillabica, si è diffuso in ambito giovanile in Francia, la dice già lunga sul personaggio. Stromae trascende la stessa categoria di cantante, così come la sua musica è al di là di qualsiasi etichetta di genere. Racchiude in sé il satirico giullare, l'eclettico musicista, l'attore e performer trasformista, tanto da risultare un convincente ubriaco nel video di Formidable,



e persino un maestro di 'tutorial' alquanto fantasiosi e mai presi sul serio dal suo fautore.



Se si dovesse tentare di definirlo in qualche modo, userei la parola inglese fuzzy, qualcosa di sfumato che non è possibile irregimentare in alcun modo. In uno dei suoi ultimi video clip, Tous les même, travalica le appartenenze di genere, tutti sono uguali/tutte sono uguali, un Giano Bifronte che mette a nudo le debolezze del rapporto di coppia in tempi in cui quest'ultima la si vorrebbe sacralizzare, o quasi. Se si dovesse ricorrere alla sua biografia (figlio di padre rwandese, per lo più assente nella crescita dei figli, e madre fiamminga, ma nato e cresciuto in Belgio, intendendo per Belgio tutto ciò che escluderebbe la cultura fiamminga, con il francese come prima lingua), la fuzzyness è già presente in lui fin dalla nascita, ma forse non è il caso di enfatizzarla troppo per poi correre il rischio di banalizzare un artista che è tutto tranne che banale.
Stupisce che un personaggio del genere sia stato invitato nel palco, per me, più che obosoleto di San Remo, ma è proprio qui che sta la forza di Stromae: giocare nelle situazioni a lui più improbabili per uscirne vincitore e con il classico sorrisetto beffardo.

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