Sputare bile a distanza

Al momento mi trovo all'estero per ricerca. Ma, evidentemente, la distanza fisica non impedisce che venga infastidita. L'antefatto: pur essendomi cancellata da Facebook senza se e senza ma da ormai otto mesi, la cultura facebookiana e le sue correlate perversioni mentali colpiscono anche chi se ne dichiara fuori, purtroppo.
Per canali diversi (un articolo su La Repubblica, voci amicali, ricerca su internet), mi è pervenuta la notizia che è stata creata una pagina di tal fatta: 

https://www.facebook.com/pages/Il-palpeggiatore-di-Bologna/651708228224172

che conta ormai 6.095 (la cifra è cresciuta di più di un migliaio tra ieri sera ed oggi, sto riscontrando ora) iscritti, o, per usare un linguaggio da facebook, di "fan". Non so quanto la vicenda del ricercato per molestie a sfondo sessuale a Bologna sia nota a livello nazionale, io ne ero al corrente per varie ragioni, prima fra tutti in quanto ex studentessa dell'ateneo ed amica di altrettante ex studentesse che si servono di mezzi di trasporto pubblico, come il ricercato. Sorrisi e vite dietro a quei sorrisi. Sogni, aspirazioni che non possono confinarsi nell'essere di sesso femminile e potenziale oggetto sessuale. Sono persone e, in quanto tali, degne di rispetto. Si diceva un tempo (ed uso questa espressione temporale non a caso) che il corpo è il tempio dell'uomo e che, in quanto tale, la sua violazione è, ipso facto, un fatto grave.
La mia reazione a vedere questa pagina è stata viscerale: un senso di nausea generale unito a rabbia feroce. Rabbia per contenuti di questo genere (scritti dai 'diabolici' ideatori della pagina):
Come tutti i fenomeni virali che nascono per caso, anche questo presenta un'impetuosa entrata in scena, un breve ma intenso periodo vitale, e un tragitto che – per ovvi motivi – porterà al suo immancabile affievolimento.
Mentre parlavano di creare la pagina, Ginevra e Lorenzo si profondevano in grasse risate pensando a quei pochi conoscenti che si sarebbero fatti due “ghigne” insieme a loro guardando qualche disegnino fatto in 2 minuti con paint.
Spinti dalla curiosità, oggi hanno ricontrollato le visualizzazioni: il post che ne conta di più, riporta il numero “38.896”.
I conoscenti che ci si fanno delle ghigne, invece, sono circa 5.350.

Dopo avervi davvero ringraziato, nuovamente, per il gradimento dimostrato verso la pagina, vogliono però concentrarsi su ben altra questione: la connotazione che assume una cosa nata per essere ben altro. 
Una pagina nata per farsi due risate, dovrebbe mantenere tale essenza. 
E' davvero incredibile come invece possa trasformarsi in un calderone dove riversare ogni goccia del proprio odio, della propria cattiveria e delle proprie frustrazioni. 
Non che agli admin fotta qualcosa del vostro odio, sia chiaro. 
Anzi, Lorenzo afferma spesso di trarne un certo piacere in più durante i suoi atti sessuali solitari. 

Ma può anche rappresentare, per qualche politicante sfigato idolo solo agli occhi dei 4 gatti che l'appoggiano, l'invitante treno di un'effimera visibilità che potrebbe portargli qualche consenso in più, e senza nemmeno costringerlo a indossare un lindo cravattino e mettere il naso fuori di casa. 
Pensa un po' che culo, perché non affrettarsi ad esprimere la propria indignazione laddove tutti possano vedermi mentre lo faccio? Io parlo per il piacere di essere guardato mentre parlo: esisto per quello.

La pagina ha dato a tutti, oltre a quello per ammazzare un po' di tempo facendosi due risate gratis, il modo per osservare da vicino un fenomeno abbastanza recente: la facilità con la quale una persona possa sfogare la propria rabbia spigettando con veemenza una tastiera e osservando i pixel che aumentano sul monitor come le “super botte” che dovrebbero ricevere i creatori della pagina.

Sì sì, hanno detto proprio “super botte”. 
Eheheheh.

Ecco un breve elenco di frasi tanto cattive quanto, grazie alla stupidità della quale sono pregne, buffe: 
-Vengo con la mia balotta e ti inculiamo, e poi facciamo la pagina “Il più grande busone di Bologna”.
-A chi ironizza su questi argomenti auguro di cuore di provare cosa significhi essere donna. 
(commento: insomma, essere donna è una cosa talmente brutta da esser trasformata in anatema)
-Siete delle merde. 
(commento: siete originali)
-Il maniaco tanto Ginevra non la caga perché è brutta.
-Lorenzo ha la faccia da coglione. 
(commento: era rimasta solo questa)
-Messaggio privato: Se ti becco ti corco di botte. 
(commento: meno male, ormai eravamo abituati a quelle “super”)
-Sfigato. 
-Spero che succeda a tua …....
(Commento: Inserire qualifica parentale femminile)

Basta perché sono tutti davvero uguali.

Ciò che vogliamo dire con il presente scritto è: questa pagina, nonostante il clamore mediatico, nonostante la risonanza, nonostante l'avversione da parte di alcuni, è nata per riderci dentro e noi, sino alla sua chiusura, continueremo a farlo. 
Avete segnalato? Siete andati in questura? Alla postale? Mangiato bene?
Per qualche ragione stiamo ancora ridendo.
Per quanto non condivida la tattica/espressione dell'insulto e l'uso della volgarità per condannare o criticare, non si può non rimanere, come minimo, turbati da persone che ragionano in tal maniera. Cosa ci sia da scherzare su un identikit di una persona che, a piede libero, potrebbe abusare di ragazze e donne in giro per la città non lo so proprio. Mi pare che queste persone abbiano deciso di dimenticarsi momentaneamente come sono fatti gli identikit dei ricercati. Ne ho visti diversi mandati in onda al telegiornale e non mi sembra fossero più "realistici" od esteticamente meglio disegnati di quello di quest'ultimo criminale. Perché queste persone hanno deciso di trovare somiglianze tra il ricercato e David Bowie mi è oscuro, dato che altre facce precedentemente viste potevano benissimo fare coppia con Frank Zappa o chissà chi altri ancora. 
Che ci sia bisogno di utilizzare un segno grafico standard della polizia, e quindi dallo stato italiano, per farne un oggetto satirico, allo scopo, quindi, di minimizzare o alleggerire il peso della tensione rappresentato dalla potenziale minaccia di quell'individuo (come alcune delle tante ragazze "fan" della pagina, secondo le quali quest'ultima avrebbe aiutato a farle uscire dalla paura) mi sembra segno, come minimo, di immaturità/scempiaggine.
La cosa però che mi ha fatto sputar bile, pur essendo a distanza e pur non essendo più (e fortunatamente) un'utente di facebook, è il pericolo intrinseco in questo genere di comportamento sociale. Far sì che si possa scherzare su comportamenti lesivi della dignità femminile porta a sminuire il valore di quest'ultima. Porta a rendere il corpo femminile un simpatico oggettino di plastica e riempito di ninnoli che riproducono sonorità da risciò quando vengono punzecchiati dal nostro amico 'Palp'. E' proprio questo il punto. Un ricercato diventa una figura amicale, con tanto di nomignolo che dovrebbe suscitare un moto di empatia. In secondo luogo, si ridicolizza la testimonianza di chi ha fornito quell'identikit, ovvero le vittime dell'aggressore, e la stessa serietà dell'operato della polizia. Per quanto quest'ultima si sia macchiata di gesti assolutamente poco nobili (vedi il G8 a Genova e altre cose talmente ovvie che non sto ad elencare), è comunque un organo statale indispensabile per la continuazione di uno stato consociato e civile. Per questo, aggiungerei, questa pagina puzza di qualunquismo: lo stato è stupido, lo stato è inetto, smontiamolo e mettiamolo a nudo. Invece di fare una critica mirata e costruttiva, ecco che si passa ad un disfattismo e ad una distruttività, francamente, gratuita. Lo dicono gli stessi gestori della pagina: 'per ammazzare il tempo'. Non c'è più un confine tra ciò che ha valore e il regno del grottesco. Qui si mette il tutto in un'unica portata ed il risultato è 'adorabile', come alcune "fan" si sono espresse.
Il fatto che ci siano molte "fan", scusate la ripetitività facebookiana, di questa pagina mi fa pensare che la parità dei sessi è ancora molto lontana dalla sua realizzazione. E ricadiamo nello stereotipo ritrito della mancanza di solidarietà femminile... Questa pagina costringe, tuttavia, a caderci in questo stereotipo e a confermarlo a più riprese, anche in persone come la sottoscritta che sognano un mondo più matriarcale e la distruzione del concetto di "donna in carriera".
Il desiderio di auto-esilio diviene sempre più forte, questo è il pensiero conclusivo che mi sento di fare.


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