Altalenante

Per alcuni si tratta solo di una fase legata all'infanzia, ai giochi per passarsi il tempo aspettando di entrare a scuola o ad una giornata di libertà tra i prati verdi di un parco pubblico. Per altri si tratta invece di una vocazione quella di andare in altalena.
Forse per soddisfare l'universale ed umano desiderio di travalicare i propri limiti di mammiferi terrestri, spiccando il volo, anche se in forma circolare ed ondulatoria, sempre uguale a sè stessa. Forse per sentirsi in armonia con la natura in un modo più tattile ed etereo al tempo stesso, letteralmente fendendo l'aria ed abbracciando spicchi di cielo e cime di alberi. Forse semplicemente per mettere in un canto preoccupazioni e fatiche del quotidiano per lasciarsi trasportare unicamente dalla forza di inerzia data dalla tavoletta e dai movimenti assecondanti del proprio bacino.
Ma vedere un'altalena, seppur rudimentale, seppur piccola, seppur scomoda, è un inno a ricamarsi una fetta di intimità su suolo pubblico. Una sorta di versione oscillante ed autistica della camera tutta per sé alla Virgina Woolf e proprio per questo tanto rassicurante.

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