Post-it sul tetto

La mia coinquilina aveva chiamato la mattina prima per disdire il contratto d'affitto propostole per l'anno accademico successivo a quello corrente.
Non ho la più pallida idea di come avessero fatto, essendo la mia camera al piano terra ed avendo io il sonno leggerissimo. La mattina dopo la fatidica telefonata, varco il cancellino del cortile per andare a tuffarmi in un corpo a corpo con dei testi di psicoanalisi dura e pura. Lì, svettante e fresco di nottata, mi aspetta l'insegna affittasi. E' come un gigantesco post-it giallo messo al margine di una pagina.
La cittadina inglese presso la quale sto conseguendo il mio dottorato di ricerca è come un libro pieno zeppo di linguette colorate di plastica in questo periodo. Al di là della perplessità scaturita dal fatto che quel cartello era stato piantato in piena notte (e di qui la spontanea domanda sull'esistenza del lavoro nero in Inghilterra e dell'assenza di un'opinione pubblica in merito), la cosa mi dà da pensare. Quanto c'è di diverso tra l'Inghilterra di adesso attaccata, come tutti, dalla crisi economica, nascosta però sotto al tappeto, e l'Inghilterra della Rivoluzione Industriale. E dire che questa piccola città, che per i parametri italiani potrebbe benissimo essere un paesotto, evoca tutto tranne che il sovraffollamento. Ma è proprio nella mente perversa che ha mandato i suoi sicari per "mettere in vetrina" casa mia che si annida l'eredità più profonda con Charles Dickens, le ciminiere, il lavoro minorile, i suburbs. L'idea che tutti i posti debbano essere riempiti, che gli esseri umani siano come dei pezzi di ricambio da sostituire una volta che la loro funzione è cessata, in questo caso occupare una camera per studenti universitari e versare un affitto mensile, sembrano essersi trasmessi filontologicamente o trapiantati da un cervello ottocentesco ad uno del XXI secolo. 
Altra considerazione che mi viene da fare è la relazione tra il paletto che mi vedo comparire davanti ogni volta che alzo le tende di casa mia e il concetto di proprietà privata. Appena non si possiede più qualcosa, ecco che si attende un secondo possessore per dimenticare il primo. I coloni del West, in effetti, è come se avessero conficcato centinaia di migliaia di inserzioni per rivendicare una terra sconfinata e concepita secondo un'idea completamente opposta di convivenza, interrelata agli spiriti degli antenati e non alla capacità predatoria e d'acquisto.
Saranno idee bislacche, forse. Ho sempre preferito la creatività, i viaggi mentali alla semplice constatazione. Quello che resterebbe sarebbe solo un leggero senso di repulsa.
Perchè, diciamocelo tra i denti, questo cartello è davvero orrendo...!


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