Golem, LRNZ

La mia avversione per l'universo manga e tutto ciò che lo richiama, assolutamente irrazionale ed immotivata da ragioni sensate o localizzabili, è stata da un po' di tempo incrinata, vuoi perché i miei studi stanno virando sempre più a Levante, vuoi perché, in senso esistenziale, mi sono detta di dare una seconda possibilità a tutto ciò che mi ispira un allontanamento, per poter sfidare il cosiddetto "istinto" e far mangiare la polvere all'irrazionalità del rifiutato (di kristevana memoria, proprio pari pari). Leggere la recensione di Golem di LRNZ (nome d'arte di Lorenzo Ceccotti) su Fumettologica (intervista) mi ha fatto immediatamente innamorare del fumetto, ancora prima di stringerlo tra le mani, di accarezzare la superficie delle pagine, ancora prima di ammirarne i colori, i tratti, ancora prima di fare accadere il trasporto in una seconda dimensione, fenomeno paranormale che penso accada in tutti i lettori. Mi ha fatto dire che, così come è accaduto scoprendo la ricchezza insospettata in Miyazaki dopo anni in cui il mio limes cieco mi faceva rimbombare in testa aggettivi come "indifferente", "apatico", che ancora una volta dovevo scardinare il mio limes personale, esorcizzarlo senza pietà.
La storia è ambientata in una Roma post-apocalittica, dove i pensieri si confondono con le immagini olografiche e le voci impostate di una sonda che si mette nell'orecchio e che sembra essere l'unico modo per sentirsi connessi al mondo che circonda, avvolge. Un mondo nel quale la natura è divenuta un fenomeno rarissimo, un'irregolarità in un margine a pié di pagina, qualche ciuffo esangue d'erba. La soffocante pervasività della tecnologia riflette quella della politica, in una democrazia apparentemente libera, ma in realtà messa in ceppi. Sarà l'anarchica scontrosità di un bambino, che con i suoi incubi notturni si sottrae al controllo dei corpi, foriero, sappiamo con Foucault, del controllo delle menti. Incubi ed occhiaie, quelle così espressive che già compaiono in copertina come le protagoniste più conturbanti, che porteranno il bambino a conoscere l'altra faccia della medaglia della realtà e della verità, cioè una sacca di resistenza, ancora ancorata al mondo artigianale del libro, dell'oggetto di carta rilegato, ora del tutto bandito (chiaro segnale dell'insanità della società). Il corpo del bambino stesso contiene in sé la molla distruttiva e creatrice della natura stessa, messagli in corpo dal padre per sottrarla ai potenziali scopi malvagi dell'intellighenzia politica. Attraverso le raffinatissime tecniche pittoriche, quasi irreali, LRNZ, oltre ad un ricco repertorio di rimandi agli archetipi culturali umani, traspone, sul piano pittorico, un'idea già consolidata in ambito di studi postumanistici, ossia la convinzione che l'uomo non sia l'unica fonte di autodeterminazione, che il suo egocentrismo viene in realtà fermato da un contesto, quello naturale, quello degli ibridismi tra tecnologia, flora e fauna (di qui la figura del golem, dell'argilla forgiata dalla divinità ebraica attraverso mani umane per proteggere gli ebrei praghesi), che ha tutte le capacità per poterlo fare.
Lettura, ovviamente, consigliatissima. Un portento di bellezza, bravura, poesia, potenza creativa e morale che non può lasciare indifferenti. Che il limes vada a farsi benedire, una volta per tutte.




Commenti

Post più popolari