Diventare

Sono diventata vegetariana da un paio di mesi. Diventata? Il participio passato mi lascia perplessa, perché non è che si diventa una tal persona. Si è sempre gli stessi. Quello che cambia sono le decisioni su come condurre la nostra esistenza, quindi è più un fattore relazionale che ontologico.
E' qualcosa che intacca la moralità (per come la intendeva Weber, ovvero un'intenzione diretta ad uno scopo) del soggetto, il suo porsi procedurale nel mondo, non certo il suo mondo percettivo. Per essere più chiari, la mia decisione di non mangiar più carne non si accompagna ad una variazione del sapore, del senso del gusto.
Faccio quest'osservazione paradossale a maggior ragione dopo aver constatato le diverse proposte alimentari per vegetariani in Italia e in U.K. Nel primo caso, i vegetariani sono una categoria a sé stante, come una diversa comunità sociale, con una propria aura che la definisce. Conseguentemente, i supermercati presentano dei prodotti che cercano, in qualche modo, di distaccarsi dal concetto dietistico di "secondo". In primo piano vengono posti gli ingredienti, non tanto la forma in cui vengono presentati: perciò tofu e non crocchette al tofu o seitan e non spezzatino al seitan. Queste ulteriori specifiche vengono, visivamente parlando, in secondo piano.
In Gran Bretagna, al contrario, l'essere vegetariani è unicamente una scelta dietistica, non si accompagna ad una percezione politico-sociale o, almeno, non con gli stessi toni che si hanno in Italia. C'è, stranamente, un desiderio o, almeno, così viene presentato nei banconi dei supermercati, di uniformarsi. Per cui, ecco che si pone l'accento sulle forme e sulle espressioni. Tutto deve avvicinarsi il più possibile alla carne, pur essendo, per lo più, un ammasso di malto e di una proteina ricavata da una specifica varietà di funghi. Per intenderci, si hanno petti di pollo, bistecche, spezzatini di manzo molto convincenti, al punto di generare confusione al primo impatto. Carne senza carne, in sostanza.
Per questo resto diffidente rispetto ad espressioni come, appunto, "diventare", che presuppongono una conversione essenziale.
La contraddizione in termini è che non si mangia la carne per non uccidere gli animali, per liberarli dallo sfruttamento dell'uomo, ecc., ecc., ma ci si continua a cibare dell'idea della carne. E questo un po' c'è anche in Italia, quando mi capita di addentare un gustoso panino con le panelle.
Forse, per arrivare ad usare il verbo diventare bisognerà, prima, accedere ad uno stadio di annullamento categoriale. Una rivoluzione del pensiero che vada ad intaccare l'idea di carne e non soltanto le proteine animali.

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